Il "Tiroler Landlibell"
(Libello del Tirolo) del 1511
tratto da "Gli schützen tirolesi e trentini e la loro storia" di Franz-Heinz v. Hye, Bolzano 2002 - Edizione Athesia
Documento costituzionale di base per gli Schützen come istituzione
In linea di principio il Libello del Tirolo può essere definito documento costituzionale per la regolamentazione della difesa territoriale del Tirolo, elaborato dopo lunghe trattative con gli stati provinciali (Landtag), e successivamente approvato e promulgato con il sigillo dell'imperatore12.
La definizione di «Libello» deriva dal fatto che il documento si presenta come un quaderno, ovvero un libretto comprendente diverse pagine, come un libello, insomma. Per quanto riguarda la nascita di questo importante documento costituzionale, a conclusione dello stesso si rileva che «Massimiliano ha approvato con spirito benevolo gli ordinamenti e gli articoli elaborati e concordati dai nostri stati provinciali (Landtag)".
Va rilevato in particolare che tali regolamenti non erano soltanto concordati tra i quattro stati tirolesi dei prelati e della nobiltà, delle città e delle circoscrizioni giurisdizionali, bensì anche con i principati vescovili di Brixen/Bressanone e Trento, confederati con la Contea del Tirolo.13
La base personale del regolamento per la difesa territoriale costituisce il principio dell' obbligo generale di leva per tutti i sudditi di sesso maschile abili alle armi del Land Tirolo.
La chiamata alle armi era compito dell'autorità giurisdizionale delle varie circoscrizioni, secondo il grado di pericolo che incombeva sul paese, articolando le leve su cinque livelli. Alla prima chiamata rispondevano al massimo 5.000 uomini, alla seconda 10.000, alla terza 15.000 e alla quarta 20.000
(Il regolamento sostanzialmente riformato del 1605 prevede soltanto tre chiamate alle armi, rispettivamente di dieci-, quindici- e ventimila uomini).14
Se pero il pericolo di invasioni nemiche era tanto grave e incombente da rendere impossibile l'afflusso in tempo utile di 20.000 uomini armati sui campo di battaglia o nelle immediate vicinanze del territorio minacciato, in tal caso - in accordo con il famoso Libello del Tirolo - dapprima tutti gli uomini abili alle armi di tutti i ceti, residenti nella zona minacciata, dovevano ivi confluire e resistere sui campo di battaglia finché non arrivassero sui posto tutti i 20.000 combattenti della quarta leva. Questa, nota anche come ultima leva, in seguito chiamata anche milizia territoriale, veniva richiamata non soltanto per iscritto ma in caso di urgenza anche dal suono delle campane a stormo, che venivano suonate da tutti i campanili. «Tutti coloro che, a seguito di un tale richiamo delle campane o all'invito scritto dei documenti consueti non si presenteranno ... verranno sottoposti a punizioni nella persona e nei loro beni". - Accanto al richiamo tramite il suono delle campane a stormo, secondo un ordinamento del 1647, entrò in vigore anche il sistema dei fuochi di segnalazione, che venivano accesi in determinati luoghi, sui rilievi e nei pressi di masi di montagna.15
Mentre gli stati provinciali del Tirolo mettevano a disposizione gli uomini per I'arruolamento, il principe territoriale s'impegnava a reperire Ie necessarie armi da fuoco, polvere, palle, esperti armieri, maestri di archibugio, e inoltre corazze, armi e altro materiale bellico, e così pure ad avere cura che i magazzini fossero forniti a sufficienza di frumento, vettovaglie e farina. Anche la manutenzione delle fortificazioni ai confini del Land e alle chiuse dell'interno, quali per esempio Finstermünz, Ehrenberg, Scharnitz, Kufstein, Mühlbach/Rio Pusteria e la chiusa di Lienz, come pure gli arsenali quali Innsbruck (e Sigmundskron) dipendevano direttamente dall'autorià del principe territoriale.
Accanto ai due arsenali principali già citati, venivano istituiti ove possibile anche arsenali locali o armerie in località sede di tribunali fortificati, tra cui Kastelbell/Castelbello, Schlandersberg, Lichtenberg, Naudersberg, Tarasp nella Bassa Engadina, Sigmundsried, Landeck, St. Petersberg, Hörtenberg, Ambras, Freundsberg, Welsberg/Monguelfo, Heunfels, Bruck presso Lienz ecc. Ancora oggi - a parte le proprietà familiari o collezioni specifiche - le sale d'armi esistenti presso la Churburg16 e a Tratzberg risalgono ad armerie di quel tempo. La sala d' armi del tribunale prepositurale di Ambras nell'omonimo castello, successivamente denominata armeria dei contadini, risale perlomeno a1 157717.
Vanno citati ovviamente anche tutti gli arsenali cittadini, es. a Innsbruck (al posto della caserma sull'Inn, dove oggi ha sede il provveditorato agli studi), a Hall (Locanda Geisterburg), a Glurns/Glorenza o sotto i Porticil8, a Kitzbuhel, nei castelli di Rattenberg e Kufstein ecc.
A parte la divisione dei compiti tra stati provinciali e principe territoriale, il Libello del 1511 sancisce anche una restrizione nei poteri del principe territoriale, secondo la quale egli da un lato non poteva ne doveva iniziare una guerra che implicasse il Tirolo, senza preventiva informazione e approvazione da parte degli stati provinciali tirolesi. Dall'altra canto prendeva atto che gli stati provinciali, ovvero gli uomini addetti alla difesa del Tirolo «non erano in dovere ne obbligo, con la loro partecipazione alla piccola o grande chiamata alle armi ... ad uscire dal nostro Land, bensì il loro intervento ... poteva essere richiesto soltanto ai fini della difesa, della resistenza e della conservazione del Land stesso».
Le disposizioni del Libello del Tirolo si differenziano pero dalla pratica successiva in un punto fondamentale. Nel Libello infatti si dispone che «i comandanti, i maestri di arruolamento e altre cariche ... vengano nominati da noi, ossia dal principe territoriale, mentre - città a parte - non prima del 18 secolo i comandanti degli uomini di leva venivano scelti dagli arruolati stessi e la loro nomina soltanto confermata dalle autorità territoriali.
Di alcuni documenti di conferma o nomina si conservano ancora gli originali, per es. quello di Georg Spreng di Sprengheim, giudice al tribunale provinciale di St. Petersberg neIl'Oberinntal, datato 27 marzo 1734.19
C'e da osservare che la partecipazione aIle leve da parte dei sudditi dei principati vescovili di Brixen/Bressanone e Trento in pratica si riconosceva per il fatto che essi non scendevano in campo sotto la bandiera tirolese, ma sventolando una bandiera propria, chiamata «Vendl» (Fähnlein = bandiera o drappella). Si devono pero essere verificati degli equivoci, tanto e vero nel famoso Libello si precisa che agli arruolati dei principati vescovili «La loro bandiera, che sono usi portare, deve essere lasciata e non alienata o tolta».
Da questo regolamento si evince che già nell'anno 1511 era uso comune che ogni gruppo di armati delle diverse circoscrizioni giurisdizionali marciasse preceduto dalle proprie bandiere. Le più antiche documentazioni sull'uso, la conferma e la concessione di tali stendardi risalgono agli anni 1410 e 1496. Così i cittadini di Hall nel 1410 marciarono verso il confine «a bandiere spiegate»,metre agli arruolati del tribunale provinciale di Laudeg nella parte più alta dell'Inntal e quelli del Passeiertal (Val Passiria) I'imperatore Massimiliano nel 1496 concedeva e confermava il diritto di portare bandiere proprie.20
Ma non bastano le fonti storiche scritte. Nel Tirolo e conservata una bandiera originale dei tempi di Massimiliano, che in base alla decorazione araldica si può far risalire agli anni tra il1490 e 1508. Si tratta presumibilmente della bandiera dei minatori di Schwaz richiamati alle armi; - una copia di questa storica bandiera funge oggi da stendardo del Bund der Tiroler Schützenkompanien (1a Lega delle compagnie di Schützen del Tirolo). Infine c'e da menzionare la raffigurazione della bandiera del Land Tirolo del 1500 sull'erker del «Goldenen Dachl» di Innsbruck, il «Tettuccio d'oro», emblema della città.21
Nell'anno 1908 le seguenti 25 bandiere contavano come le più amiche bandiere degli Schützen (1'elencazione segue quella della pubblicazione a cura di J. E. Bauer)22: Kufstein, Lienz, Sand in Taufers, Innsbruck, Hotting, Hall, Thaur, Stubai, Kitzbuhel, Achental, Schwaz, Stumm23, Telfs, Imst, Reune, Wenns, Ried, Innichen/San Candido, Dolsach, Kastelruth/Castelrottto, Bozen/Bolzano, Meran/Merano, Kaltern/Caldaro, Eppan/Appiano e Innzing (in quest'ultimo caso si tratta di una bandiera francese bottino di guerrra).
Come tutti i regolamenti provinciali, anche l' ordinamento per la difesa territoriale del 1511 necessitava di tempo in tempo di alcune revisioni, modifiche e adeguamenti agli eventi politici e militari dei tempi. In concreto sono state formulate nuove modalità di reclutamento per le forze armate della Conte a del Tirolo negli anni 1526-1562, ma soprattutto negli anni 1605 e 1704.24
Una base importante per l'applicazione reale delle disposizioni del Libello del Tirolo nei tempi a seguire era rappresentata - come già citato - dai richiami alle armi che venivano effettuati regolarmente da ogni tribunale. I «registri di leva» costantemente aggiornati, documentati a Lienz fin dal 1410, offrivano anche la possibilità di controllare la partecipazione dei singoli sudditi richiamati alle successive tornate di leva. Ne1 Libello del 1511 a tale scopo viene citato un «maestro di leva» da nominarsi a cura del principe territoriale.
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12 La pergamena originale del celebre «Libello del Tirolo» del 1511, custodita nel Tiroler Landesarchiv di Innssbruck.
13 I due principati vescovili alleati con il Tirolo restarono in funzione fino al 1803. Cfr. Franz-Heinz v. Hye, Der Bischof yon Brixen und sein geistliches Reichsfiirstemum. In: Brixen - 1100 Jahre Wirken fiir Tirol (3. Brixner Bildungstag der Tiroler Schiitzen) = Der Schlern Jg. 75, Bozen 2001, pagg. 449-470; id., Das Brixner Becken, Glallbe und Heimat. Geschichtliche Zellgnisse des Bezirkes Brixen, ed. per inca rico dello Schützenbezirk Brixen da Sepp Kaser e Reinhold Nossing, Brixen 2001, pagg. 11-16.
14 Otto Stolz - Franz Huter, Wehrverfassllng und Schiitzenwesen, loc. cir., pag. 213-229.
15 lbd., pag. 229 e segg.
16 Oswald come Trapp, Tiroler Burgenbuch Bd. 1, Bozen, pag. 114 e segg. - ved. anche gli altri volumi di questa pregevolissima opera monumentale in otto volumi dedicati rispettivamente a: Val Venosta, Burgraviato, Wipptal, Val d'Isarco, Val Saremina, Bozen/Bolzano, Mittleres Inmal, Oberinmal e Ausserfern.
17 Fanz-Heinz v. Hye, Festung und Museum, Zeughaus und Bauernri.istkammer - Neues zur Geschichte von hloss Ambras. In: Tiroler Heimatblatter, Jg. 76, Innsbruck 2001, pagg. 39--43 .
18 Id, Geschichte der Stadt Glurns, Glurns 1992, pag. 210 e segg. (Storia delia citta di Glurns/Glorenza).
19 Originale nel museo dei Tiroler Kaiserjager al Bergisel. Cfr. anche Franz Huter, Ein Kaiserjagerbuch, Teil2. lrzgeschichte des Bergiselmuseums und Katalog. Innsbruck 1985, pag. 36.
20 efr. J. E. Bauer, Die denkwurdigsten Schutzenfahnen yon Tirol, [nnsbruck 1908; - e «In Wehr und Fahn".
Die Fahnen der Pustenaler Schutzen, hg. v. Sudtiroler Schutzenbund, Auer 1999; - Die Schützenfahnen des Bezirkes Brixen, hg. v. Sehutzenbezirk Brixen, 1989 (Per quanto concerne la bandiera della circoscrizione di Brixen/Bressanone benedetta nel 1986, I'aurore si onora di aver potuto contribuire alla creazione concettuale della stessa, successivamente realizzata in maniera mirabile dall'artista Oswald Haller di Innsbruek). Nel libro citato di Bauer vengono descritte le 25 più antiche bandiere di Schützen, delle quali nell'anno citato furono realizzati, per incarico degli Schützen, degli acquerelli a cura del pittore Thomas Walch di Imst, poi donati dagli Schützen tirolesi all'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria in occasione dei suoi 60 anni di regno 1848-1908.1 relativi fogli furono rintracciati dall'autore nel 1986 nel museo della cultura austriaca di Eisenstadt, fotografati e successivamente esposti in una mostra nell'archivio di stato della città di Innsbruek. Le relative diapositive a colori, su richiesta dell'allora ufficiale per la formazione della Lega delle compagnie di Schützen tirolesi, il mio amico Bundesmajor dott. Hanns Auer, furono messe a disposizione gratuitamente dal sottoscritto per la pubblicazione su «Die Tiroler Schützenkompanien", ed. da Tyroodruck di Vomp 1989, riservandomi però il copyright.
21 Franz-Heinz v. Hye, Das Tiroler Landeswappen. Entwicklungsgeschichte eines Hoheitszeichens = Schrifftenreihe des Siidtiroler Kulrurinstirutes Bd. 13, Bozen 1985.
22 Vedi sopra nota 20.
23 Delle bandiere nel frattempo sfilacciate 0 danneggiate dal fuoeo di Stumm e Hotting, grazie agli acquerelli rirrovati, e staro possibile realizzare delle ricostruzioni negli anni 1992 e 1997, con la collaborazione dell' auurore. Cio vale anche per la bandiera di Innsbruck-Sr.Nikolaus, il cui originale ramponaro e eustodito in muusea e non pili utilizzabile per sfilate 0 altre manifestazioni.
24 Otto Srolz - Franz Huter, Wehrverfassung und Schlitzenwesen in Tirol, loc. cir., pagg. 205-249.